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Del 01-01-2021

REACTOR: L'ESPERIENZA DI EXOPROBES

L'idea è di quelle che suscitano fin da subito interesse e ammirazione: aiutare i pazienti affetti da malattie degenerative. Con questo ambizioso obiettivo Exoprobes, startup innovativa nata dal fortunato incontro tra una tesi di laurea e un’intuizione sul mondo del business, ha partecipato a ReActor nell’edizione 2019.

“Ciò che è partito come una semplice scintilla, un’idea forse a tratti anche un po’ utopistica, è oggi una società capace di portare un aiuto concreto ai tanti pazienti che si trovano a combattere un nemico terribile e silenzioso,” ci racconta Silvestro Turtoro, co-fondatore di Exoprobes e tra i primi a credere nel progetto. “Se siamo qui è solo grazie a ReActor, la scuola di innovazione e imprenditorialità proposta da Fondazione Golinelli. In questo percorso abbiamo ricevuto tutti gli strumenti necessari per portare avanti la nostra missione.” 


Una piattaforma per la diagnosi precoce basata sulle nanobiotecnologie

Le malattie neurodegenerative sono patologie debilitanti che causano la degenerazione progressiva e, successivamente, la morte delle cellule nervose, con importanti ricadute sull’attività motoria e mentale. Tra le patologie più conosciute c’è senza dubbio il Parkinson, il quale purtroppo annovera anche uno tra i più alti tassi di incidenza: nel mondo, oltre 10 milioni di persone ne soffrono e si prevede che questo numero raddoppierà entro il 2030.

“La diagnosi delle patologie neurodegenerative avviene spesso troppo tardi, quando il paziente presenta già una forte sintomatologia,” racconta Silvestro. “Exoprobes si occupa proprio dello sviluppo di una piattaforma innovativa di diagnosi precoce, in grado di rilevare e quantificare gli esosomi legati alla fase precoce del Parkinson. La piattaforma, basata sulle nanobiotenologie, potrebbe essere usata come supporto nella diagnosi precoce, ad oggi assente, migliorando la qualità della vita del paziente e consentendo un trattamento specifico e tempestivo, risparmiando così tempo, risorse e vite.”

Al centro del processo di progettazione e realizzazione di Exoprobes ci sono soprattutto i bisogni dei pazienti e dei medici. “Attualmente ci stiamo concentrando sullo sviluppo di una rete di connessioni con l’apparato pubblico italiano, le università e i centri di ricerca. Questo ci permetterà di instaurare partnership strategiche e vitali per la nostra startup, ma allo stesso tempo utili anche ad ampliare ulteriormente la ricerca scientifica in questo difficile campo.”


Una cassetta degli attrezzi per costruire la cultura aziendale

Come per molti altri aspiranti imprenditori, che per formazione o esperienza non provengono dal mondo del business, anche per il team di Exoprobes gli inizi sono stati tutt’altro che facili. Ed è stato specialmente il passaggio da ricercatori a co-fondatori di una società, il momento di trasformazione che ha lasciato il segno più profondo sui componenti del gruppo. Un cambiamento di metodo, ma soprattutto di mentalità.

Il vero cambio di passo, secondo Silvestro, è stato determinato proprio dalla partecipazione a ReActor. “Prendere parte al programma ci ha aiutati innanzitutto a focalizzarci. Sin dall’inizio, avevamo ben chiaro il nostro obiettivo, ovvero aiutare i pazienti con malattie neurodegenerative. Il nostro progetto però aveva numerosi potenziali sbocchi, e ciò creava spesso confusione e dispersione di energie.”

“Le startup sono entità dinamiche, in continuo dialogo con il mondo che le circonda. Pertanto, è necessario attrezzarsi di numerose skill trasversali per trasformare una mera intuizione in un prodotto in grado di creare valore,” continua il co-fondatore di Exoprobes. “Ed è proprio questo che abbiamo trovato a ReActor, un set di competenze con le quali finalmente costruire l’ossatura della nostra azienda.”

Fondamentale, nello sviluppo della startup, è stato poi il confronto con i mentor e gli altri partecipanti al programma. “Abbiamo compreso le nostre debolezze, ma soprattutto i nostri punti di forza. Durante ReActor abbiamo costituito la società, potenziato il nostro team con le figure mancanti e preparato tutto quello che ci serviva per iniziare il lavoro in laboratorio. Dopo tante difficoltà, correlate anche alla pandemia, siamo finalmente pronti per concentrarci pienamente sullo sviluppo tecnico,” conclude Silvestro. “In un certo senso, possiamo dire che Reactor ha preso un gruppo di semplici ricercatori e li ha letteralmente addestrati per il loro viaggio imprenditoriale.”


Un team multidisciplinare alla conquista della ‘terra promessa dell’innovazione’

Il team multidisciplinare di Exoprobes, ad oggi composto da quattro professionisti provenienti da diversi ambiti, è accomunato soprattutto da una forte dedizione verso la mission della Startup. 

Silvestro Turtoro, biotecnologo farmaceutico, ha alle spalle una pluriennale esperienza di lavoro e ricerca clinica incentrata sulle nanobiotecnologie e sul morbo di Parkinson. Guido Frigieri, biotecnologo, cura gli aspetti biotecnologici relativi a un innovativo metodo di studio delle cellule umane attraverso l’utilizzo di una stampante Bio-tridimensionale e la produzione di sferoidi ed organoidi - strutture che mimano gli organi umani - utili allo studio e ricerca delle patologie neurodegenerative. Alessandro Bortolani, ingegnere, vanta un passato da Business Angel e manager di importanti aziende italiane. Oreste D’ambrosio, economista, è stato un imprenditore di successo, nonché un Business Angel e sostenitore di numerose startup.

“Tra qualche mese avremo l’opportunità di volare in Israele,” condivide con noi Silvestro. “Abbiamo vinto un bando molto prestigioso e riceveremo un forte appoggio da un importante acceleratore di startup, per proseguire rapidamente lo sviluppo di Exoprobes. Israele è considerata la patria del settore Biotecnologico, e pertanto questa notevole opportunità ci permetterà anche di stringere rapporti con investitori e mentori locali.” 

Un percorso lanciato verso il futuro, quello di Exoprobes e dei suoi fondatori, i quali ricordano con particolare soddisfazione il superamento di un inizio tutto in salita. “A tutti coloro che oggi si trovano con un’idea in mano, tanto entusiasmo per realizzarla ma poco altro, suggeriamo di affidarsi a una guida come ReActor,” aggiungono. “Questo percorso ti dà la possibilità di essere ‘contaminato’ dalle idee e dai suggerimenti di tante personalità diverse. Non bisogna avere paura del confronto e di mostrare le proprie debolezze, anzi. Lo scopo di ReActor è proprio quello di metterle a nudo e aiutarti a superarle.“


Desideri partecipare alla nuova edizione di ReActor? Candidati subito, le iscrizioni alla terza edizione sono aperte fino al 25 gennaio 2021.