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Del 02-07-2021

LA CONTAMINAZIONE TRA ARTI E SCIENZE NEL PASSATO

Forse non ricordavi che...

Nello scorso numero della newsletter di Fondazione Golinelli abbiamo parlato di trasversalità tra tech e humanities.

Forse non ricordavi che, in passato, la contaminazione tra arti e scienze è stata fondamentale in diverse occasioni.

 

Leonardo non era un pittore molto produttivo

La Battaglia di Anghiari, commissionata a Leonardo da Vinci nel 1503, non fu mai completata. L’opera mastodontica, all’interno del Salone del Cinquecento di Palazzo Vecchio a Firenze, doveva essere un grande affresco di 54 metri di lunghezza per 23 di larghezza e 18 di altezza, e avrebbe dovuto celebrare il trionfo della Repubblica fiorentina sui nemici, che in quel caso erano l’esercito del Ducato di Milano.

Purtroppo Leonardo scelse l’encausto, una tecnica difficile e in disuso fin dall’epoca romana, secondo la quale, con una pittura grassa mescolata a cera d’api, si sfrutta il calore per scioglierla (fonde a 64 °C) e si usano utensili caldi per fissarla alla parete. Il lavoro fu davvero frustrante per lui, che dovette ingegnarsi per muovere meccanicamente (e rapidamente) alcuni bracieri e permettere un perfetto fissaggio della pittura. Ma non aveva fatto i conti con la sua lentezza, che non consentiva al dipinto di stabilizzarsi sulla parete: il calore del braciere fisso causava un riscaldamento eccessivo della parete, per cui, dopo vari tentativi Leonardo abbandonò il progetto.

 

I primi calcolatori industriali furono telai a scheda perforata

Joseph Marie Jacquard, un inventore francese vissuto fra la seconda metà del Settecento e i primi dell’Ottocento, progettò e realizzò un nuovo telaio per la creazione di tessuti decorati, che poteva essere “programmato” con schede perforate. L’idea originale era in realtà di Giovanni il Calabrese e risaliva dunque alla metà del Quattrocento, ma fu Jacquard a concretizzarla a Lione nei primi anni del XIX secolo.

Purtroppo, in quella città la quasi totalità della popolazione lavorava nel tessile e viveva in condizioni già molto precarie, per cui la novità – come spesso sarebbe poi accaduto durante la prima Rivoluzione industriale – scatenò un’accesa rivolta.

Ma l’idea di usare schede perforate per conservare informazioni – in altre parole, per “programmare” macchine – fu poi ripresa da scienziati come Charles Babbage, Ada Lovelace e altri, che le usarono per creare le prime macchine per computazione generica, cioè i primi computer.

 

Mozart inventò un sistema generativo per la musica

L’arte generativa, che è la produzione parziale o totale di artefatti artistici generati da un sistema “autonomo”, ebbe forse origine in un gioco musicale pubblicato a Berlino nel 1792 e attribuito a Wolfgang Amadeus Mozart.

Il gioco consisteva in un lancio di dadi che generava numeri corrispondenti a minuetti, precedentemente trascritti e numerati. La composizione seguiva quindi un flusso semi-casuale, che poteva continuare a piacere ed essere eseguita anche da musicisti inesperti.

 

A cura di Alessandro Saracino, Program Manager Innovazione didattica e tecnologica

 

Nella foto Macchina Metaforica per la query “Battaglia di Anghiari” di Matteo Balasso, Elio “Jack” Beccegato, Carlo Fiorini, Alessandro Saracino, installazione realizzata con la Summer School Art Wall di Fondazione Golinelli ed esposta durante la mostra U.MANO.