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Del 26-10-2022

TECNOLOGIE DIGITALI E INNOVAZIONE A SCUOLA, IL PARERE DI PIER CESARE RIVOLTELLA

Novità dal nostro mondo

La società sta attraversando profondi cambiamenti portati dall'innovazione tecnologica. In che modo la scuola potrà restare al passo con questa rivoluzione? Ne abbiamo parlato con Pier Cesare Rivoltella, professore ordinario di Didattica generale, Didattica e educazione mediale e Tecnologie dell’istruzione e dell’apprendimento all’Università Cattolica di Milano.

L’intervista rientra nella rubrica “Chiedi a chi ne sa”. L’abbiamo realizzata in occasione del secondo convegno di studi “La scuola, quale futuro dopo la pandemia”, organizzato da Fondazione Golinelli e Ministero dell’Istruzione.

 

Qual è il ruolo delle tecnologie digitali a scuola?

L’uso in classe di strumenti come computer, smartphone o tablet evidenzia l’esigenza di un nuovo modo di fare scuola, insegnare e imparare. Le tecnologie digitali sono efficaci nei processi di apprendimento se affiancate a metodi attivi, lontani dalla tradizionale didattica trasmissiva, come il cooperative learning, l’apprendistato cognitivo e la condivisione dei saperi. In poche parole, la scuola sta riscoprendo l’importanza di nuovi approcci partecipativi in cui le studentesse e gli studenti sono al centro della didattica.


Nel 2013 ha presentato un metodo didattico che propone esperienze innovative di apprendimento. Ci può spiegare in che cosa consiste?

Gli EAS (Episodi di Apprendimento Situato) sono esempi di attività didattiche che suggeriscono un nuovo modo di insegnare e imparare, basato su un’idea di sapere che si avvale delle tecnologie in modo graduale, collaborativo e inclusivo. Hanno come obiettivo un apprendimento esperienziale grazie alla realizzazione di artefatti, anche non necessariamente digitali, e prevedono tre momenti diversi. Nella prima fase l’insegnante introduce i contenuti alla classe con video, presentazioni multimediali o mappe concettuali, suscitando curiosità e promuovendo il valore dell’errore come spazio di apprendimento. La seconda favorisce la produzione collaborativa di artefatti: la classe diventa così un laboratorio di costruzione culturale, in cui l’esperienza è al servizio dell’apprendimento. L’ultima fase è quella ristrutturativa che serve all’insegnante e alla classe per riflettere su quanto è emerso durante il percorso.

In che modo la scuola saprà affrontare le sfide della contemporaneità?

Immaginando il futuro con speranza. Per fare ciò, l’insegnante deve comprendere l’importanza nella didattica dell’innovazione e dell’uso di strumenti, tecnologie e metodologie nuove, per interpretare la contemporaneità e fornire gli strumenti per entrarci da protagonisti. Dal punto di vista della formazione, ma preferisco parlare di sviluppo professionale, dobbiamo riportare il sapere scolastico a una visione che combini la teoria alla pratica, ma anche riqualificare lo status dell’insegnante come professionista e intellettuale autorevole.

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