Home News IL CAMBIAMENTO CLIMATICO A SCUOLA E NELLA SOCIETÀ: IL PROGETTO SEAS
Del 31-08-2022

IL CAMBIAMENTO CLIMATICO A SCUOLA E NELLA SOCIETÀ: IL PROGETTO SEAS

Novità dal nostro mondo

Si è chiuso SEAS, il progetto europeo per sviluppare, attraverso l’open schooling, strumenti educativi utili per affrontare le nuove sfide del clima, con la scuola al centro dei processi di cambiamento.

Parlare di cambiamento climatico significa parlare di un tema complesso. Tutto è estremamente collegato, la fisica dell’atmosfera ha a che fare con i condizionatori delle nostre case; la sopravvivenza di migliaia di specie, tra cui la nostra, dipende (anche) da quanto noi decidiamo di utilizzare l’auto, di mangiare un certo tipo di carne, di produrre energia in un certo modo. Un argomento di questa portata, in cui comportamenti personali, economia e scelte politiche si intersecano con dati e modelli scientifici, presenta numerose sfide. La scuola è uno dei contesti in cui è urgente e necessario fornire le basi ai cittadini del futuro (e del presente) per orientare le proprie scelte e quelle della comunità. In quest’ottica, nel 2020, è stato lanciato il progetto SEAS, appena giunto al termine.


Le nuove sfide del cambiamento climatico

È di poche settimane fa la notizia della lettera aperta degli scienziati del clima alla politica italiana. Un messaggio scritto e sottoscritto da più di 40 scienziate e scienziati italiani, per sensibilizzare e invitare tutta la classe politica a inserire la lotta alla crisi climatica nelle agende di governo. Per l’occasione è stata anche lanciata una petizione online che ha raccolto quasi 200.000 firme. Si tratta di uno dei molti tentativi fatti dalla comunità scientifica per tutelare il climate change dalle strumentalizzazioni, in un periodo in cui il ruolo della scienza e del sapere scientifico viene messo in discussione per varie ragioni.

Occorre una cittadinanza consapevole, in grado di muoversi nel mare di informazioni di un tema estremamente complesso, capace di riporre la giusta fiducia nella conoscenza scientifica e di orientare le proprie scelte di conseguenza.

Da questo punto di vista, ancora una volta, la scuola ha una posizione di privilegio e responsabilità. I temi del cambiamento climatico rappresentano un’importante opportunità didattica, in cui le materie scientifiche sono la base per ragionare e impostare le proprie scelte all’interno della società.


Il progetto SEAS

Dal 2019, la Fondazione Golinelli è impegnata, insieme a altri partners italiani ed europei tra cui l’Università di Bologna, nel progetto SEAS (Science Education for Action and Engagement towards Sustainability).
Il principale obiettivo del progetto è stato quello di sviluppare strumenti e metodi per facilitare la collaborazione tra le scuole e le comunità locali che affrontano le sfide della sostenibilità, attraverso il cosiddetto "open schooling”. Un approccio che invita la scuola ad aprirsi a soggetti esterni, che si impegnano insieme a studenti e insegnanti per innescare un cambiamento nella comunità, coinvolgendo tre sfere estremamente interconnesse: quella personale, quella pratica e quella politica.
Si tratta di un modo per rafforzare l’alfabetizzazione scientifica attraverso un apprendimento espansivo (quello che si sperimenta quando si vive attivamente una sfida) e soprattutto aumentare il peso della conoscenza scientifica nelle scelte individuali e collettive di tutti i giorni.

Per raggiungere gli obiettivi fissati, i partecipanti al progetto hanno avuto a disposizione 3 diversi strumenti, da contestualizzare e valorizzare nei propri contesti territoriali:

CChallenge, uno strumento online che facilita l'impegno dei partecipanti nell’affrontare sfide di cambiamento, in questo caso legate alla sostenibilità.
SenseMaker, che aiuta a tracciare e approfondire le proprie narrazioni legate al cambiamento. SenseMaker cattura immagini, registrazioni e scritti di grandi gruppi di persone in modo semplice e a basso costo.
LORET, uno strumento concepito per supportare la produzione di materiali per sostenere gli insegnanti nella conduzione di progetti sullo sviluppo sostenibile a livello locale.

Il progetto, giunto al termine a fine agosto, ha visto coinvolti soggetti diversi, impegnati in vario modo nel mondo dell’educazione, provenienti da Austria, Belgio, Estonia, Italia, Norvegia, Svezia e Regno Unito.


Il Network italiano di SEAS

Il Network italiano, coordinato dall’Università di Bologna con la collaborazione di Fondazione Golinelli, ha visto il coinvolgimento di soggetti esterni come Euro-mediterranean Centre on Climate Change (CMCC ) e Climate-KIC project.
Inoltre sono stati coinvolti diversi istituti scolastici di vario ordine e grado, provenienti dal territorio regionale dell’Emilia-Romagna: ITAER Baracca di Forlì (FC), Istituto Comprensivo di Meldola (FC), Liceo Scientifico A. Einstein (Rimini), Liceo Ginnasio Statale M. Mighetti (Bologna), ITAC Scarabelli-Ghini (Imola).

I team di insegnanti dei diversi istituti hanno impostato, con il supporto dell’Università di Bologna e di Fondazione Golinelli, dei percorsi sui temi legati al cambiamento climatico, adattando gli strumenti messi a disposizione in base alle necessità e alle possibilità delle classi. Il risultato di questo enorme lavoro è un ventaglio di soluzioni interessanti e varie, che comprendono cicli di lezioni di materie scientifiche e educazione civica, ma anche eventi rivolti alle scuole o a tutta la cittadinanza.
Lo strumento più utilizzato dagli insegnanti del network italiano è stato senza dubbio il cChallenge. Gli studenti del Liceo Einstein di Rimini ad esempio, si sono cimentati in una sfida lunga un mese, per modificare le proprie abitudini di consumo, con una successiva analisi statistica dei dati. Sfide piccole, misurabili, che hanno dato una misura concreta di quello che possiamo fare e allo stesso tempo hanno contribuito a consolidare le conoscenze scientifiche acquisite. Quella del cChallenge comunque, non è stata l’unica soluzione per parlare di Climate Change a scuola: gli studenti dell’Istituto Aeronautico di Forlì si sono immaginati uno scenario futuro estremamente negativo, per poi compiere un viaggio a ritroso nel tempo e ricostruire l’impronta ecologica dell’essere umano. Un esercizio teorico e pratico allo stesso tempo, con una forte radice scientifica, che è stato poi presentato durante gli open day dell’istituto. Sulla base di questa esperienza, è poi stato sviluppato un progetto di formazione che ha coinvolto oltre 100 insegnanti dello stesso istituto e del territorio, formalizzando dei percorsi didattici trasversali differenziati per età.

In questo modo, le attività realizzate in classe sono “uscite” dalla scuola, arrivando fin dentro casa degli studenti, nella loro vita quotidiana. Un approccio “open” a cui si fa riferimento nel progetto SEAS, che promuove la collaborazione tra gli enti educativi e gli stakeholders locali. Come nel caso della scuola di Meldola, che nel 2021 e nel 2022 ha organizzato, assieme al Comune di Meldola e con il supporto del team SEAS, due eventi pubblici di condivisione del lavoro svolto. L’ultimo, tenutosi il 28 maggio 2022 al Teatro Dragoni di Meldola, ha visto anche la conferenza-spettacolo del Fisico Federico Benuzzi: “Problema Globale-L’unico debito che conta è quello con la terra”.
Altro modo di interpretare il concetto di scuola aperta è quello proposto dall’istituto Scarabelli-Ghini di Imola, che nel giugno 2021 ha organizzato, con il supporto di Fondazione Golinelli, un incontro tra gli studenti e diversi stakeholders locali: Elisa Spada, Assessora all'ambiente Imola; Leonarda Maresta, Responsabile Progetti speciali e Scuole Hera; Francesca Regoli, manager di ricerca UNIBO, Associazione Panda Imola.

Stessi obiettivi, modalità e strumenti molto diversi. Questo è probabilmente uno dei punti di forza principali del progetto, che ha impegnato il network europeo per tre lunghi anni, comprese le difficoltà legate alla pandemia.


L’eredità di SEAS

Il progetto è terminato, ma lascia un’eredità concreta sotto diversi punti di vista. Le numerose iniziative svolte hanno permesso di sensibilizzare e formare centinaia di studenti, coinvolgendo in vari modi anche le comunità locali. Gli insegnanti del network hanno avuto l’opportunità di confrontarsi con realtà europee di alto livello, inoltre i principi e gli strumenti di SEAS sono stati utilizzati in numerosi corsi di formazione per insegnanti. Nella maggior parte dei casi inoltre, si sono avviati dei percorsi per rendere strutturali le attività ideate e realizzate nel corso del progetto, che verranno quindi riproposte anche negli anni a seguire. A partire dai contenuti prodotti dai vari soggetti coinvolti nei networks locali, sono stati sviluppati diversi materiali utili, come i lesson plans che saranno presto messi a disposizione sul portale www.acedu.se. Inoltre a fine settembre è prevista la pubblicazione di un contenuto di visual-storytelling realizzato dallo studio InfoDesignLab di Oslo, che racconterà tutto il progetto attraverso i numeri e le immagini. Per tutti gli aggiornamenti e gli approfondimenti legati a SEAS, basta visitare il sito ufficiale del progetto.


Il progetto SEAS è stato finanziato dal programma europeo Ricerca e innovazione Horizon 2020. Grant Agreement no. 824522.



Guarda la Digital Story, progettata da InfoDesignLab, alla cui realizzazione ha preso parte anche Fondazione Golinelli.