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Del 11-07-2018

ONLINE LA VIDEO CONFERENZA CON CHRISTIAN GRECO

"I musei devono diventare policlinici dei beni culturali. Come un medico dottorando sta un anno in un ospedale a fare pratica, così dovremmo fare noi con i nostri studenti, farli lavorare nei musei come se fossero dentro a un laboratorio di ricerca e di innovazione scientifica”. La ricetta di Christian Greco per traghettare il “suo” Museo Egizio alle celebrazioni del bicentenario nel 2024 tiene assieme passato e futuro. Studi, ricerche sul campo, ma anche nuove tecnologie e digitale. Forte dei numeri (“Siamo il museo archeologico italiano più visitato d’Italia con quasi un milione di visitatori all’anno”, dice), Greco si interroga su quale possa essere il futuro del Museo Egizio di Torino. Lo fa davanti alla platea degli studenti  della summer school Entrepreneurship in humanities al Centro Arti e Scienze Golinelli, durante un incontro aperto anche al pubblico. “Solo se il patrimonio di un museo viene sentito come appartenente a tutta la comunità, come del resto recita l’articolo 9 della nostra Costituzione, allora vinceremo la sfida per la conservazione del patrimonio culturale”. Un museo dunque con un ruolo politico “nel senso etimologico della parola”, un museo legato alla città e compartecipativo.
Due sono i sogni che Greco culla da quando si è insediato sulla poltrona di direttore: rendere il Museo Egizio il più importante centro di ricerca al mondo per l’egittologia (“ma la strada è tutt’altro che facile”) e portare il museo fuori dal museo. “Il museo - chiude il direttore dopo un’ora di lezione – deve vivere nella città, deve essere inserito nel suo contesto sociale, non pensare di esistere per diritto divino. Questo si pratica anche attraverso progetti di inclusione sociale” di cui il Museo Egizio è ora una buona pratica.